Il fatto che Alfred ricordasse ancora la vecchia favola di sua madre lo fece sorridere. Ricordava benissimo come gli stringeva le mani, tremando sotto il lenzuolo nelle sere dedicate ai racconti e affermando, ogni volta che lo svegliava, di volersi accertare che fosse ancora lì e che il drago della polvere non gli avesse rapito l'anima nel sonno.
- Lo dici tu che sono favole... - disse in tono lugubre mentre scendevano sempre più in profondità grazie alla scala a chiocciola e la penombra li avvolgeva.
Si portò la lucerna verso il mento, facendo in modo che lo illuminasse dal basso.
- Io l'ho visto diverse volte aggirasi per i luoghi in rovina... - continuò in tono lugubre. - Ma se tu dici che la tua spada sarà sufficiente, allora mi auguro solo che sia vero. -
Per le rovine che aveva visitato in realtà non si aggirava nessun drago della polvere, ma semplici spiriti spaesati e smarriti, i cui cerchi magici infranti possedevano solo il pallido bagliore morente della magia di un tempo. Uno spettacolo desolante.