Il richiamo della magia, Capitolo 4

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Masuko
view post Posted on 3/10/2011, 22:04




:alfred:
Arthur non era in casa.
Alfred, seguendo la richiesta dell'amico, la sera seguente si era presentato a casa sua appena finito il turno. Aveva bussato un paio di volte e quando nessuno aveva aperto la porta si era voltato ed era corso fino alla biblioteca. L'aveva trovata chiusa, quindi era tornato all'abitazione di Arthur, pensando che magari l'amico era tornato e lui non l'aveva incrociato. Bussando di nuovo, però, ancora nessuno aveva risposto. Così Alfred aveva fatto il giro della casa, sbirciando all'interno delle finestre per vedere se scorgeva qualche movimento, qualche luce... Che Arthur stesse male e non potesse muoversi dal letto? Che si fosse perso nel ritorno? Che fosse stato aggredito da qualche malvivente? La sua mente di sceriffo abituata a contrastare il crimine si mise in azione e Alfred si preparò a lanciarsi alla ricerca della damigella in pericolo! O del damigello... in quel caso bisognava rivedere un attimo gli arrangiamenti dell'intera situazione.
C'era solo un piccolo, insignificante, problema. Alfred non sapeva da che parte iniziare a cercare.
Alfred sospirò, pensando che magari Arthur era solo andato a fare una passeggiata. Avrebbe potuto aspettarlo lì. Stava giusto per sedersi sotto il portico, quando l'occhio gli cadde sulle cime scure del bosco e per un attimo una sensazione di deja-vu lo colpì forte come un pugno nello stomaco. Inconsapevolmente, camminò fino ai limiti delle ombre e rimase ad osservare quei soldati neri in fila una vicino all'altro come incantato.
Poi fece un altro passo avanti e il buio lo inghiottì.
Ricordava di aver già fatto un'esperienza simile, a un orario del giorno uguale. Tanto, tanto tempo fa. Talmente tanto che la sua mente non riusciva ad acchiappare i bordi sfumati di quel ricordo, che però era lì, indelebile nella sua mente.
Avanzò, cercando chissà cosa, con una sempre maggior ansia a muovergli le membra. Accelerò, accelerò fino a che...
- Arthur... -
Spalancò gli occhi, di fronte alla scena che vedeva. E ricordò tutto.
 
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Yuki Delleran
view post Posted on 4/10/2011, 22:27




:arthur:
La sera precedente non era riuscito nel suo intento, alla fine. Era troppo nervoso, troppo su di giri per rilassarsi nel modo migliore e riuscire ad entrare in sintonia con gli spiriti del bosco. Aveva visto le fate, questo sì, e con suo immenso piacere questo lo avevano riaccolto tra loro come se non fosse passato neanche un giorno: del resto era cosa nota che per esseri immortali come loro il tempo avesse ben poco significato.
Quella sera invece si era messo d'impegno e aveva portato con sè tutto l'occorrente per una meditazione come si deve. Aveva un gran bisogno di sentire le energie della Terra, in modo che lo aiutassero a ristabilire il suo equilibrio interiore. Per questo, una volta raggiunta la radura al centro del bosco, aveva tracciato un cerchio sul terreno e sistemato le ciotole con i quattro elementi nei punti cardinali in modo che convogliassero le energie nel giusto ordine: una ciotola d'acqua, una candela per il fuoco, sabbia per la terra e incenso per l'aria. Terminata l'operazione si era seduto al centro a gambe incrociate e aveva chiuso gli occhi.
Più si lasciava andare, più liberava i suoi sensi, più si sentiva leggero e in pace con il mondo e con l'universo intero. Ad un certo punto aprì gli occhi e si rese conto di essere sdraiato con la schiena a contatto col suolo e che mille luci fatate volteggiavano sopra di lui: era uno spettacolo commovente che gli ricordò quello a cui aveva assistito tanti anni prima, appena prima della fuga dal villaggio, e istintivamente sollevò le mani da cui si sprigionarono magici bagliori azzurrini. Sentiva le energie naturali fluire dalla terra dentro di lui, attraverso la pelle, e pervadere i muscoli e tutti i sensi. L'euforia stava prendendo piede e ben presto si trovò di nuovo in piedi, circondato dalle creature fatate e da mille luci danzanti, parti delle quali create proprio da lui. Tutto era perfetto, assolutamente perfetto...
Ma bastò un mormorio a spezzare l'incanto.
Arthur si voltò di scatto, inciampando e rovesciando la ciotola dell'acqua. Le luci attorno a lui scomparvero, così come le creature spaventate, e si trovò a fissare gli occhi azzurri di Alfred.
Per un attimo tentò di convincersi che fosse un sogno, un incredibile deja vu, non poteva essere successo di nuovo, ma il gelo che sentiva scendere su di sè era dannatamente reale. Indietreggiò di alcuni passi, tremando leggermente e articolando appena il nome dell'amico, shockato da tutte le conseguenze a cui quel fatale incontro avrebbe potuto portare.
 
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Masuko
view post Posted on 6/10/2011, 22:09




:alfred:
Non riusciva a muoversi.
- Arthur... - Biascicò con voce flebile. - Le tue mani stanno andando a fuoco... -
Rimase immobile al suo posto, prendendo atto delle proprie parole.
- A fuoco! - Realizzò, scattando in avanti.
Raggiunse l'amico e gli prese le mani tra le sue, osservandole attentamente. No, niente fiamme. Solo un tenue bagliore che le circondava.
Proprio come allora.
Strinse la presa, pronto a non lasciar scappare di nuovo Arthur, e la sua espressione si fece seria. Anche allora. Quanti anni fa? Arthur era nel bosco e lui l'aveva trovato che faceva... Cosa stava facendo?
Era tutto piuttosto chiaro, ora. Ecco cosa stava facendo. Ecco perché il giorno dopo i Kirkland erano scomparsi.
Però Alfred non si sarebbe accontentato di quella realizzazione, aveva bisogno di sentire la voce di Arthur dirlo.
- Perché, tanti anni fa, sei scappato? -
 
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Yuki Delleran
view post Posted on 6/10/2011, 23:26




:arthur:
Nella sua mente turbata la presa di Alfred suonò come un campanello d'allarme: non vi lesse la preoccupazione e forse la gentilezza che l'amico stava mettendo in quel gesto, ma solo una trappola tesa verso di lui. Istintivamente strattonò le mani per sottrarsi alla stretta che lo stava allarmando sempre di più e celare alla vista il tenue bagliore azzurrino che ancora emanava dalle sue dita.
- Lasciami andare. - mormorò con voce tremante.
Constatare che la presa di Alfred era più ferma del previsto e la sua espressione mortalmente seria, lo fece cedere al panico.
- L-Lasciami! - esclamò agitandosi. - Lasciami andare! -
Sarebbe stato molto semplice liberarsi con un incantesimo, magari stordire Alfred e sparire prima che si riprendesse abbastanza da inseguirlo, ma la sua mente in quel momento era completamente vuota. Le uniche immagini che riusciva ad intravedere rappresentavano roghi, pietre scagliate e due gelidi occhi azzurri puntati su di lui: occhi dai quali mai avrebbe voluto vedersi fissare in quel modo.
 
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Masuko
view post Posted on 7/10/2011, 12:34




:alfred:
- No. -
Intrappolò le mani sottili di Arthur in una delle sue, mentre col braccio libero gli circondava la vita e se lo tirava addosso, stringendolo abbastanza da sapere che non sarebbe andato da nessuna parte. Forse addirittura da fargli mare.
- Voglio sapere perché mi hai abbandonato, allora, - domandò, con tono perentorio.
Si portò le mani di Arthur al petto le premette all'altezza del cuore, sperando che l'amico sentisse il suo battito, un battito terrorizzato di perderlo di nuovo.
Non voleva lasciarlo andare, mai più, già una volta la separazione gli aveva fatto male, figuriamoci ora! Perché Arthur non si fidava di lui? Cosa credeva?
 
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Yuki Delleran
view post Posted on 7/10/2011, 18:55




:arthur:
La stretta improvvisa di Alfred gli fece balzare il cuore in gola e sfuggire un debole lamento: nonostante fosse consapevole della forza della propria magia, non si era mai sentito tanto vulnerabile e in balia degli eventi come in quel momento. Era in trappola, non c'era niente che potesse fare, perchè nulla avrebbe osato contro l'amico di sempre se il rischio era quello di ferirlo.
Sotto i palmi delle mani, ancora sensibili per l'uso della magia, Arthur avvertì il battito accelerato di Alfred, veloce quasi quanto il suo, e questa scoperta, in un modo molto strano, lo aiutò a placare il panico. Anche Alfred era spaventato, almeno quanto lui.
Abbassò quindi lo sguardo e smise di agitarsi, sforzandosi di trovare una risposta alla domanda che gli veniva insistentemente posta.
- Perchè... Perchè i miei genitori volevano evitare che accadesso quello che accadrà ora. Mi arresterai? Mi farai condannare... al rogo? -
Per quanto si impegnasse non potè impedire alla propria voce di spezzarsi.
- Perchè hai capito quello che stavo facendo, vero? Quello che sono? -
 
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Masuko
view post Posted on 7/10/2011, 21:38




:alfred:
Improvvisamente tutta la furia di avere delle risposte lo abbandonò, lasciandolo con la testa piena di punti interrogativi.
- Eh? Cosa? Rogo? Perché dovrei... Arrestarti? Hai per caso fatto del male a qualcuno? Sei un criminale? - Domandò, a raffica, non capendo cosa volesse dire Arthur.
Oh.
Forse si riferiva a quella leggere per cui tutti i... maghi... Arthur era un mago, vero? Comunque, tutti i maghi dovevano essere condannati a morte certa?
- Io non voglio che qualcuno ti faccia del male! E di sicuro non te ne farò mai io! - Assicurò, lasciando andare le mani di Arthur e stringendogli le spalle tra le sue, fissando nei suoi occhi verde brillante uno sguardo determinato. - A meno che, appunto, tu non sia un criminale... Questo cambierebbe le cose... -
 
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Yuki Delleran
view post Posted on 8/10/2011, 10:32




:arthur:
Inaspettatamente le parole di Alfred ebbero il potere di calmarlo. Se non voleva arrestarlo e non lo stava accusando, allora poteva anche tranquillizzarsi e tentare di spiegarsi.
- Non ho fatto niente di male. Non potendo mettere in mostra il mio Dono quando ci sono altre persone, mi è impossibile utilizzarlo per colpire qualcuno. In ogni caso esso è sottoposto alla legge del tre, quindi se dovessi utilizzarlo per fare del male, ancora prima della punizione da parte della legge, giungerebbe quella per aver infranto l'equilibrio e subirei lo stesso danno provocato moltiplicato per tre. -
Si rese conto di aver dato il via ad un discorso tecnico nel momento meno opportuno e che probabilmente, agli occhi di Alfred, sembrava che stesse farneticando.
- Sì, sono un... mago. - ammise abbassando gli occhi, mentre il tono di voce assumeva sfumature di scuse.
Ormai il dado era tratto, lo stava ammettendo a voce alta fidandosi ciecamente di Alfred, se avesse sbagliato la sua valutazione le conseguenze avrebbero potuto essere terribili.
 
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Masuko
view post Posted on 8/10/2011, 13:05




:alfred:
I punti interrogativi nella sua testa aumentarono a dismisura - legge del tre? Equilibrio? Punizione? -, ma infine sembrava che Arthur gli stesse assicurando che non era un criminale, quindi immaginava che potesse andare bene.
Anche se era un mago.
Beh, e che problemi c'erano? Anche se era ancora scettico sul fatto che la magia esistesse o meno. Non sembrava che ci fosse nessun trucco nello brillare delle mani di Arthur, però.
- Oh beh, finché non farai del male a nessuno, penso che possa andare bene... Credo... Insomma, sicuro che non sia tutto un trucco? -
Comunque, sarebbe stato un problema se i suoi genitori o qualche suo collega avessero saputo la verità, quindi scosse leggermente le spalle di Arthur che teneva ancora tra le mani.
- Verità o meno, magia o meno, devi tenerlo segreto, però! - Ordinò. - Io sono un eroe e ti accetto per come sei, promettendo di proteggerti a qualunque costo, ma tu non devi dirlo a nessuno o... O veramente ti farebbero del male! -
 
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Yuki Delleran
view post Posted on 8/10/2011, 23:34




:arthur:
Le parole di Alfred, nonostante la situazione critica, finirono inaspettatamente per intenerirlo. Si stava davvero offrendo di proteggerlo? Era davvero consapevole che questo andava contro il suo lavoro?
- Veramente non era mia intenzione farlo sapere a nessuno neppure ora. - si sentì in dovere di precisare, anche se probabilmente quella era una dimostrazione di pignoleria non necessaria. - E non si tratta di un trucco, è tutto vero. -
A dimostrazione di quelle parole, tolse le mani dal petto di Alfred, dove erano state posate fino a quel momento, unì i palmi tra loro finchè dal centro non si sprigionò di nuovo la luce azzurrina, poi li aprì a coppa. Dalle sue mani si levarono nuovamente i mille bagliori che già precedentemente avevano aleggiato per la la radura e circondarono Alfred sfiorandolo leggermente.
- E' il mio Dono. - spiegò brevemente Arthur. - Anche se posso fare molte alte cose. Però, davvero, Al, sai quello che stai facendo? Se qualcuno dovesse scoprire te, finiresti in grossi guai. Potresti essere accusato di complicità. -
Se c'era qualcosa che non voleva era creare problemi all'amico.
- Io posso sempre andarmene, ma tu rischieresti davvero troppo. -
 
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Masuko
view post Posted on 10/10/2011, 12:49




:alfred:
Rimase praticamente senza parole, quando le mani di Arthur si illuminarono del colore del cielo primaverile. Perplesso, mosse le braccia di Arthur per cercare di trovare il trucco dietro quella magia. Quando non vide nulla di strano attaccato alla carne dell'amico, fece un paio di giri attorno al suo corpo, ma nulla, quella luce sembrava scaturire proprio dalle palme di Arthur.
« Non posso dire di non trovarlo strano... Anche perché sono certo che ci sia un spiegazione scientifica dietro... Comunque sei piuttosto fantastico, mh? » Rifletté, lanciando uno sguardo timido alla volta del − mago.
Fece un passo indietro e si portò le mani dietro la schiena, mentre osservava Arthur come se fosse stata la persona più interessante di quel momento.
« Penso sia gentile, da parte tua, preoccuparti per me, » rise. « Ma ti assicuro che so difendermi perfettamente da solo! Sono grande e grosso e, soprattutto, sono un eroe. Non m'interessa cosa potrebbero dire gli altri, se lo venissero a sapere, » continuò, alzando le spalle. « Ciò che mi importa, è che nessuno faccia del male a un mio amico. E, beh... che tu non te ne vada di nuovo, » concluse, abbassando la testa e trovando veramente interessanti le sue scarpe.
 
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Yuki Delleran
view post Posted on 10/10/2011, 20:30




:arthur:
Nonostante la tensione, l'atteggiamento di Alfred finì per strappargli un risolino: ai suoi occhi era divertente vederlo affannarsi in quel modo, girandogli attorno alla ricerca di un trucco che non avrebbe trovato.
- La spiegazione sta tutta nel potere della Dea e nella forza della Terra. - aggiunse, anche se aveva l'impressione che per Alfred quello fosse tutt'altro che un chiarimento. - In ogni caso... ehm... grazie. -
Arrossì un poco nel pronunciare quelle parole ma si fece forza per dirle tutte.
- ... Per tutto. -
Anche se restava qualcosa che non riusciva a capire. Era appena tornato e quando se n'era andato erano solo dei bambini. Certo, in lui era rimasto il trauma della fuga precipitosa, ma per Alfred avrebbe dovuto essere qualcosa di superato.
- Perché ci tieni tanto al fatto che non me ne vada? - riuscì infine a chiedere mentre, a sua volta, fissava tutto tranne l'amico.
Dovevano essere decisamente un bello spettacolo per le fate certamente nascoste tra i cespugli, lì impalati, nel bel mezzo della radura, a guardarsi i piedi.
 
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Masuko
view post Posted on 12/10/2011, 21:06




:alfred:
« Di chi è il trucco? » Domandò, alzando la voce di qualche ottava. « Oh beh, almeno ora posso pensare che tu sia strano veramente, senza cercare mille spiegazioni come quand'ero piccolo, » rise calorosamente, riprendendo le mani di Arthur tra le sue e stringendole estasiato. « Almeno ora non sei più strano perché mi nascondi dei segreti, » concluse, addolcendo il tono.
Lasciò le mani di Arthur e gli scompigliò i capelli, stringendosi poi nelle spalle quando la nuova domanda arrivò. Si rese conto che non sapeva come dire all'amico quando aveva sofferto per essere stato lasciato indietro senza una parola, come se avesse fatto qualcosa di male - e ora sapeva che era colpa sua se i Kirkland erano scappati -, come se fosse colpevole di aver tradito la fiducia di Arthur. Di certo non poteva confidargli delle lacrime versate di nascosto dai suoi genitori, perché i bambini grandi non piangono e ancora meno lo fanno gli eroi. Non poteva dire tutte quelle verità.
« Perché è stato tutto così improvviso e... Brutto, ecco. »
 
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Yuki Delleran
view post Posted on 13/10/2011, 11:06




:arthur:
- Della Dea e della Terr... oh, lasciamo perdere, non importa! - esclamò quando Alfred gli afferrò di nuovo le mani, realizzando che davvero non aveva importanza.
Era normale che lo trovasse strano, con il tempo gli avrebbe spiegato i meccanismi della sua magia, non era necessario fare tutto subito. Ora non c'erano più segreti a pesare sulla sua coscienza e ad impedirgli di rapportarsi in modo normale con lui.
- No... cioè, sì... è vero. -
Si stava rendendo conto sempre di più che gli piaceva il modo in cui Alfred stringeva le sue mani, con risolutezza, senza timore, ma con dolcezza al tempo stesso. Nessuno, a parte i suoi genitori, lo aveva più toccato così da quando era scappato da Summer Hill anni prima. Il rischio che venisse scoperto il suo segreto gli aveva impedito di stringere legami del genere.
La mano tra i suoi capelli giunse inaspettata, sparpagliando quei pensieri come foglie al vento, e il tono di Alfred, sebbene apparentemente tranquillo, lo fece sentire in colpa.
- Mi dispiace. E' stata colpa mia, alla fine. Se fossi stato più attento, se non avessi pensato solo a me stesso e a divertirmi... -
Ricordava ancora tutte le lacrime versate durante quel viaggio precipitoso, volto solo ad allontanarsi il più possibile, e, visto che era stata solo colpa sua, si era imposto di soffrire da solo senza farne parola con i genitori. Avrebbe voluto tornare, ma non poteva chiederlo dopo una cosa del genere e ogni volta che pensava a quanto potesse esserci rimasto male Alfred, le lacrime ricominciavano a scorrere da sole.
- Sai, ero convinto che mi odiassi. Avresti dovuto farlo, per quello che ti ho nascosto, per come ti ho lasciato indietro... -
 
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Masuko
view post Posted on 15/10/2011, 12:44




:alfred:
Si portò una mano alla nuca e la strofinò, nervoso.
« Potevi dirmelo, sai? Allora, intendo. Non mi avresti fatto ribrezzo o cosa, anzi probabilmente sarebbe stato fantastico! Avremmo giocato tantissimo insieme e non te ne saresti dovuto andare. Saremmo cresciuti insieme e tu avresti fatto il tifo per me il giorno dell'esame per diventare uno dei guardiani della città, e... » ripercorse con la mente tanti momenti felici della sua vita, messi in ombra dalla consapevolezza che parte del suo cuore mancava, che Arthur non era lì con lui, a battere le mani per i suoi successi, a sostenerlo durante i suoi pochi fallimenti.
Rise leggermente, imbarazzato dal treno che i suoi pensieri avevano preso, prima di tornare mortalmente serio.
« Ma io ti ho odiato! Te ne sei andato senza dirmi nulla e mi sono sentito così tradito. Così solo. Non ero mai stato abituato ad essere solo, sai? In fondo, lo dicevi spesso che ero un moccioso viziato, » esclamò, amaramente. « E pensare che non avevo nemmeno capito cos'avevo visto. Ora in effetti ha senso la tua fuga... »
 
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