Si portò una mano alla nuca e la strofinò, nervoso.
« Potevi dirmelo, sai? Allora, intendo. Non mi avresti fatto ribrezzo o cosa, anzi probabilmente sarebbe stato fantastico! Avremmo giocato tantissimo insieme e non te ne saresti dovuto andare. Saremmo cresciuti insieme e tu avresti fatto il tifo per me il giorno dell'esame per diventare uno dei guardiani della città, e... » ripercorse con la mente tanti momenti felici della sua vita, messi in ombra dalla consapevolezza che parte del suo cuore mancava, che Arthur non era lì con lui, a battere le mani per i suoi successi, a sostenerlo durante i suoi pochi fallimenti.
Rise leggermente, imbarazzato dal treno che i suoi pensieri avevano preso, prima di tornare mortalmente serio.
« Ma io ti
ho odiato! Te ne sei andato senza dirmi nulla e mi sono sentito così tradito. Così solo. Non ero mai stato abituato ad essere solo, sai? In fondo, lo dicevi spesso che ero un moccioso viziato, » esclamò, amaramente. « E pensare che non avevo nemmeno capito cos'avevo visto. Ora in effetti ha senso la tua fuga... »