La situazione precipita, capitolo 5

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Yuki Delleran
view post Posted on 23/1/2012, 00:20




:arthur:
Arthur aprì gli occhi un istante prima che un galletto, da qualche parte in un cortile non troppo lontano, lanciasse il suo primo canto mattutino. Era sua abitudine svegliarsi piuttosto presto, anche se non officiava i riti del mattino come tanti altri possessori del Dono, devoti alla Dea, facevano. La sua era più che altro una mera questione pratica: prima si alzava e più tempo aveva per compiere i suoi studi durante la giornata. Era risaputo che poltrire a letto non aveva mai portato nessun frutto.
Eppure quella mattina la tentazione di rimanere tra le lenzuola era decisamente forte, quasi più dell'imbarazzo in cui era piombato quando aveva realizzato la posizione in cui si trovava. Durante la notte doveva essersi mosso, anzi, dovevano essersi mossi entrambi, perchè ricordava il braccio di Alfred attorno alla sua vita, ma non vi aveva dato peso più di tanto. Ora invece le braccia dell'amico lo stavano stringendo in una sorta di abbraccio protettivo ed era riuscito, Arthur non immaginava come, ad infilare la testa tra il suo collo e la spalla. Se fosse stato tutto qui, poteva essere ancora tollerabile. Quello che Arthur trovava sconcertante, era che lui stesso appoggiasse la guancia sui capelli biondi di Alfred e che avesse intrecciato le gambe alle sue. Si sentiva molto come se il suo lettuccio fosse improvvisamente diventato matrimoniale e, nonostante tutto, la cosa non gli dispiaceva affatto. Sentiva un piacevole calore nel petto che lo indusse ad attardarsi sotto le coperte e, anzi, a passare gentilmente le dita tra i capelli di Alfred.
Quando dormiva aveva un'aria così innocente, si ritrovò a pensare mentre gli sfiorava appena la fronte con le labbra.
Il giorno prima gli aveva svelato il suo segreto più importante, che avrebbe potuto allontanarlo per sempre, eppure Alfred era ancora lì e per Arthur quello era una specie di miracolo.
 
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Masuko
view post Posted on 24/1/2012, 13:43




:alfred:
Si rese conto di essere sveglio, solo quando non uscì più dal tunnel buio in cui si era infilato per seguire la torta arancione con le gambe e gli occhi a forma di zucca. Era buio e aveva l'acquolina in bocca, ma era buio perché teneva gli occhi chiuse e aveva l'acquolina in bocca perché dormiva con la bocca aperta e, di nuovo, aveva sbavato sul cuscino. L'avrebbe messo ad asciugare fuori mentre faceva colazione.
Solo che non ricordava di avere un cuscino tanto spigoloso, sebbene piacevolmente caldo. Probabilmente l'aveva scaldato col suo calore corporeo, spesso si ritrovava in un letto sfatto con le coperte lanciate in tutte le direzioni per il caldo.
Abbracciò più stretto il suo cuscino, mugugnando qualcosa che voleva essere un "mi alzo subito, solo qualche altro secondo, ancora un po' e vado" - non voleva separarsi dalla piacevole sensazione che lo circondava in un abbraccio-, e infilò il naso nella stoffa. Che buon profumo che aveva, il suo cuscino. Non assomigliava affatto al suo, però. E anche la stanza odorava in maniera diversa. Non più polvere e abiti sudati, ma qualcosa di simile a cera e quel composto che faceva luccicare come uno specchio il legno.
 
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Yuki Delleran
view post Posted on 24/1/2012, 22:02




:arthur:
Alfred si stava svegliando, realizzò con una certa circospezione mentre si sentiva abbracciare più stretto di prima. Ancora un po' e si sarebbe lamentato di faticare a respirare. Però Alfred lo stava annusando (?) e sembrava soddisfatto della sistemazione, quindi Arthur avrebbe aspettato ancora un po' a strillargli di lasciarlo immediatamente perchè lo stava soffocando.
Sorrise tra sè di quel pensiero: in realtà non avrebbe strillato per niente al mondo, nemmeno se la strana creatura della sera prima fosse apparsa all'improvviso nella stanza.
- Al... - mormorò invece al suo orecchio con voce carezzevole. - Al, sei sveglio? E' mattina... -
Nemmeno quando erano stati insieme da bambini avevano dormito nello stesso letto, sua madre non aveva mai permesso a nessuno di pernottare nella loro casa, troppo preoccupata di eventuali conseguenze, quindi Arthur non aveva bene in mente cosa si dovesse fare in quelle occasioni. Pensava che un risveglio dolce fosse il migliore, almeno lui, personalmente, non avrebbe gradito qualcuno che lo buttava giù dal letto, ma rimaneva il fatto che Alfred lo stesse abbracciando, che fossero entrambi uomini e che lui lo trovasse estremamente piacevole. Pensieri troppo complessi per una mente ancora avvolta dalla nebbia del sonno.
 
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Masuko
view post Posted on 25/1/2012, 14:08




:alfred:
« Uhmmm, il cuscino parla, » biascicò, recuperando un braccio che era intrappolato sotto la stoffa ripiena. Si passò la mano sulla faccia, prima di portarla alla bocca per coprire uno sbadiglio.
Il cuscino parlava con la voce di Arthur, tra l'altro.
Arthur...
Alfred spalancò gli occhi e alzò la testa, infilando il naso nei capelli di Arthur. Dovette richiudere subito gli occhi, però, perché i fili biondi gli avevano fatto il solletico e si ritrovò a starnutire e sghignazzare contemporaneamente.
« Arthur! » Esclamò, quando si fu calmato. « Giorno! »
Recuperò gli occhiali e li indossò, riuscendo finalmente a vedere le cose che lo circondavano con contorni netti, quindi si mise a sedere sul letto a gambe incrociate, dopo essersi staccato da Arthur. Si impose di non fermarsi a ragionare su quanto avessero dormito vicini, quella notte, e a ignorare il calore che provava il suo corpo.
 
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Yuki Delleran
view post Posted on 25/1/2012, 21:30




:arthur:
Il movimento il provviso di Alfred per poco non lo fece balzare indietro, purtroppo non fu abbastanza lesto per evitare che l'altro finisse con il naso dritto dritto nei suoi capelli, ma non per questo trattenne la risata che nacque spontanea.
- Buongiorno a te! - esclamò sedendosi a sua volta sul materasso e allontanando le coperte ormai scomposte. - Sembra che tu abbia dormito bene, mi fa piacere. -
Non accennò al fatto che anche lui, che si era lamentato per tutta la sera prima di quando il suo letto fosse troppo piccolo per due, in realtà avesse riposato divinamente. Gli dispiaceva abbandonare quel calore e quella sensazione di pace, ma ormai gli era chiaro che, con Alfred sveglio e attivo, quell'idea era quantomai improbabile.
Infilò quindi le pantofole e la vestaglia e si rivolse all'ospite con il suo miglior sorriso da buon padrone di casa.
- Vado a preparare il tè. Ti vanno i biscotti al burro per colazione? -
Presto avrebbero dovuto riprendere la caccia, sarebbe stata una giornata intensa, meglio fare scorta di energie fin dal mattino.
 
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Masuko
view post Posted on 27/1/2012, 14:57




:alfred:
« Avevo un cuscino molto comodo, sì! » Concordò allegramente, annuendo per sottolineare le proprie parole come se di vitale importanza.
Sbadigliò e allungò le mani sopra la testa, stiracchiandosi per bene e sentendo la schiena schioccare grata. Poi mosse il collo da una parte e dall'altra, sciogliendolo.
« Mmmh, io volevo dormire ancora un po', » si lamentò, seppur conscio che era tempo di alzarsi. Doveva andare a lavoro, ma prima di tutto controllare che la situazione fosse a posto e non ci fossero stati problemi durante la notte. Si alzò in piedi, quindi, e seguì Arthur. « Ma sono certo che una buona colazione mi farà cambiare idea! Hai del caffè? » Il tè non era abbastanza forte per lui, la mattina, e aveva bisogno di qualcosa che lo svegliasse completamente.
 
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Yuki Delleran
view post Posted on 27/1/2012, 22:24




:arthur:
- Potrei prenderla in cosiderazione come professione futura. - commentò scendendo le scale e nascondendo un sorrisetto compiaciuto.
Effettivamente era stata una nottata piacevole e in cuor suo si augurava che potesse ricapitare presto, magari senza il pretesto della creatura malvagia e pericolosa che si aggirava fuori dalla porta di casa.
- Ho solo del caffè istantaneo, non ne sono un'amante, lo sai. - continuò una volta raggiunta la cucina, sperando che Alfred lo stesse seguendo.
Sistemò un piatto di biscotti sul tavolo e mise l'acqua a scaldare.
- Mentre aspetto che bolla, faccio un salto fuori ad annullare la barriera. E' molto più semplice che innalzarla e non vorrei che qualcuno avesse già provato ad uscire e non ci sia riuscito, sarebbe un bel problema. - spiegò.
In effetti non ci sarebbero stati molti modi per spiegare il fatto che ci fosse un muro invisibile attorno al villaggio, escludendo la magia.
 
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Masuko
view post Posted on 29/1/2012, 15:57




:alfred:
« Certo che va bene l'istantaneo! È molto più comodo da fare che un caffè seguendo tutti i procedimenti, » il suo tono ora si fece dubbioso, mentre si portava un dito al mento e corrucciava la fronte, ricordando un vecchio episodio. « Anche se quando il sindaco mi ha invitato a bere un caffè con lui, si è prodigato in lodi e lodi sulla delizia di bere un caffè preparato a regola d'arte. Boh, non capisco... »
Alzò le spalle, lasciando cadere la questione, mentre si gettava in bocca un biscotto e lo inghiottiva praticamente intero.
« Va' pure dove devi, » concordò, annuendo. « Intanto io posso usare il bagno? » Domandò, arrossendo leggermente per l'imbarazzo. Imbarazzo dovuto a cosa, poi, non lo sapeva, dato che quand'erano piccoli si aggirava per casa di Arthur come se fosse un altro figlio. Probabilmente la lontananza lo aveva bloccato su certe cose che un tempo erano, per lui, naturali.
 
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Yuki Delleran
view post Posted on 30/1/2012, 15:49




:arthur:
Annuì con un sorrisetto appena accennato.
- Certo, fa' pure come se fossi a casa tua. Se vuoi darti una rinfrescata, gli asciugamani puliti sono nell'armadietto di fianco al lavandino. - disse.
Senza preoccuparsi di cambiarsi e indossando ancora la vestaglia, Arthur recuperò l'athame che la sera prima aveva debitamente occultato insieme agli altri materiali per gli incantesimi, ed uscì nel piccolo giardino. Lo attraversò e si avvicinò alla barriera che segnava il confine tra il villaggio e il resto del mondo proprio dietro la casa. Mormorando alcune parole latine, chiuse gli occhi concentrando le proprie energie sulla lama e la posò sul muro invisibile.
Ad un osservatore esterno poteva sembrare che stasse puntando un coltello verso il nulla.
Piano piano, mattone dopo mattone, sentì la barriera dissolversi attorno a lui e, nella sua concentrazione, non avvertì lo scalpiccio che si avvicinava pericolosamente.
 
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Masuko
view post Posted on 1/2/2012, 17:21




:theoderich:
Quella notte avevo dovuto dormire in casa di Lucius.
Si era diretto all'abitazione del sindaco per avvertirlo della sconveniente situazione che si era venuta a creare nel bosco, invaso da visitatori indesiderati e maleducati. Solo che quando aveva avvertito un cambiamento nell'energia dell'aria, un brillamento lontano che parlava di magia protettiva, non aveva fatto in tempo a correre verso la propria casa e ripararsi all'ombra degli alberi. Aveva, perciò, dovuto accettare le insistenti richieste di Lucius di restare e, alla fine, aveva passato la notte in guardia contro qualsiasi attacco da parte dell'uomo.
Appena sorta l'alba si era alzato più stanco di quando si era coricato (Lucius, per dispetto, aveva dormito sul pavimento accanto a lui, quando il suo rifiuto per condividere il letto si era fatto stentoreo), con le ossa indolenzite - il legno trattato degli umani sembrava aver perso tutta la morbidezza e la flessibilità che aveva in natura -, ed era uscito di casa prima che fosse troppo tardi e l'umano si svegliasse. Certo, aveva volutamente ignorato il saluto assonnato rivoltogli da Lucius, prima di chiudersi la porta alle spalle.
Aveva vagabondato per la cittadina addormentata, sentendosi totalmente fuori posto tra gli edifici in mattoni e legno morto, fino a quando non era arrivato ai limiti del bosco. La barriera che separava il mondo umano dal bosco era di ottima fattura magica, doveva ammettere, ma era indubbiamente opera della magia di un umano.
Alla fine, quando aveva percepito un nuovo cambiamento nell'aria, aveva seguito la scia e si era trovato a pochi passi dal mago. Avvicinatoglisi, gli batté un dito sulla spalla, indossando la sua miglior espressione contrita per essere stato allontanato dal proprio reame.

Ho voglia di presentarlo come Legolas .____________.
Uhm, Theo non porta il mantello, indossa abiti verdi e pietruzze colorate tra i capelli (se volessi descriverlo), alcuni dei quali sono intrecciati. Ovviamente ha le orecchie a puuuuuunta in bella vista XD.
 
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Yuki Delleran
view post Posted on 2/2/2012, 00:36




:arthur:
Non appena si sentì sfiorare da dita estranee, sobbalzò e si voltò di scatto rischiando di lasciar cadere l'athame e infrangendo definitivamente con quel gesto brusco la barriera protettiva. Quando si trovò davanti quella figura imponente che emanava un'aura magica di tutto rispetto, istintivamente Arthur spalancò gli occhi e indietreggiò di un passo. Non aveva bisogno di fissare le lunghe orecchie appuntite o il bizzarro abbigliamento dei colori della terra per capire che si trattava di un abitante del bosco, inoltre l'aura che emanava era di gran lunga superiore a quella del suo amico elfo Lukas, il che gli faceva temere di trovarsi di fronte ad uno degli anziani.
Non appena il pensiero gli sfiorò la mente, si produsse in un leggero inchino all'indirizzo dello sconosciuto.
- Vi chiedo perdono se vi ho arrecato disturbo in qualche modo. - iniziò tentando di mostrarsi il più rispettoso e dispiaciuto possibile.
 
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Masuko
view post Posted on 3/2/2012, 22:19




:theoderich:
Strinse gli occhi e sentì la testa invasa dalla fastidiosa e petulante voce di Lucius che gli ricordava che, così facendo, gli sarebbero comparse le rughe sul bel volto che si ritrovava. Scacciò il ronzio che gli infastidiva le orecchie e si concentrò sulla figura del mago che aveva di fronte.
Gli era nuova, eppure aveva riconosciuto la forza che aveva intrecciato tutti i fili della magia, nonostante la ricordasse meno matura. Scavò a fondo nella memoria, riportando a galla immagini frastagliate e brillanti di un giovane umano, ricco di un Potere ancora acerbo. Lo ricordava vagare nella foresta, ardente e affamato di conoscenza. Rammentava le sue limpide risate insieme alle creature sue amiche.
Arthur, era il nome con cui si era presentato.
« Nulla d'irrisolvibile, » pronunciò.
Inclinò la testa in avanti, rivolgendogli un saluto distintivo degli umani, prima d'incamminarsi verso la sua casa.
Si fermò dopo qualche passo.
« Le cose si complicheranno, » annunciò. « Ma onoro la tua scelta di proteggere chi odia coloro come te. Se avrai bisogno di un aiuto, ti concederò la mia forza, un unico dono. »
Scomparve tra le ombre del mattino.

:mathias:
« Ehi tu! Che diavolo stai facendo, mago? »
 
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Yuki Delleran
view post Posted on 4/2/2012, 17:51




:arthur:
Ancora stupito e senza parole dall'incontro con l'elfo, Arthur sobbalzò visibilmente quando una nuova voce spezzò la quiete che lo circondava e questa volta l'athame gli sfuggì davvero di mano, cadendo con un sonoro clangore sul selciato.
- M-mago? - rispose tentando di recuperare il più presto possibile la compostezza necessaria per ostentare incredulità.
Quello che aveva di fronte era senza dubbio un membro della polizia cittadina, probabilmente un sottoposto di Alfred, e se aveva visto tutta la scena sarebbe stato arduo convincerlo di qualcosa di diverso.
Si chinò a recuperare il pugnale e lo strinse a sè come se si trattasse di un'ancora di salvezza, mentre le mani iniziavano a tremare leggermente. Cosa poteva fare? Cosa poteva dire per smentire l'accusa? Diverse volte aveva sentito i suoi genitori zittire ridendo chi li accusava di stregoneria, buttando sullo scherzo e sull'assurdo l'intera situazione, ma in quel momento la sua testa si era completamente svuotata. Non riusciva a formulare nemmeno una battuta per ribattere, tutto quello che la sua mente si ripeteva non era altro che: - Alfred... aiutami... -
 
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Masuko
view post Posted on 6/2/2012, 18:31




:mathias:
« Parlo proprio con te, sì, » esclamò, avanzando fino al mago e circondandogli in una presa ferrea il braccio. « Ti ho visto parlare con quel tipo strano! E anche fare quella cosa con la magia! Sei stato, vero? Hai ucciso tu quei due poveri ragazzi! »
Era stato di turno per tutta la notte e quando, poco dopo l'alba, era uscito per tornare alla propria casa, si era imbattuto in un paio di cadaveri smembrati e divorati. Se le ferite non fossero state ricoperte da un liquido vischioso nero, avrebbe per certo scambiato quella come l'opera di un animale selvatico. Peccato che fossero lustri che non accadeva in fatto simile: non in piena città!
« Allora?! Per quale follia ti sei divertito a conciare così quei due? Eh? » Urlò, con la rabbia che gli offuscava la vista.
 
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Yuki Delleran
view post Posted on 7/2/2012, 21:36




:arthur:
Strattonò il braccio che era appena stato afferrato nel vano tentativo di liberarsi. Niente da fare, quel tipo non voleva saperne di lasciarlo e di certo era fisicamente più forte di lui.
- Non è un reato parlare con un passante, no? - iniziò, per poi interrompersi bruscamente nell'udire la frase succesiva.
- Ucciso? - esclamò spalancando gli occhi ed afferrando a sua volta il braccio della guardia. - E' morto qualcuno? Quando? Come?! -
Se era accaduto all'interno della città significava che la sua barriera, la più efficace che conoscesse, non era servita a nulla. Com'era possibile che non avesse avvertito niente? A meno che la bestia non si trovasse già in città prima.
Questo significava che nessuno era al sicuro.
Senza contare che quel tipo stava accusando lui in prima persona, oltre che di stregoneria, anche di omicidio.
- Io non ho fatto proprio niente! - ribadì. - Lasciami andare! Lasciami! -
 
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34 replies since 23/1/2012, 00:20   212 views
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